Beautiful Learning

Beautiful Learning. Il film affronta con delicatezza e coraggio una tematica che negli ultimi anni è diventata scomoda e scottante: l'educazione.

Il tema centrale ruota attorno alla bellezza dell’apprendimento, in ogni sua forma. Il documentario allarga il concetto di ''apprendimento'' portandolo fuori dallo spazio classico dell'aula, in una nuova dimensione, dove non esistono orari fissi, dove le materie si fondono le une nelle altre, con regole e percorsi non pianificati. Le riprese sono state effettuate nel corso di un intero anno, durante un viaggio attraverso l'Asia centrale, che diventa il palcoscenico di un percorso fisico e teorico nel mondo dell'apprendimento. Lo spettatore è spinto a riflettere su cosa esattamente significhi ''imparare'', quali sono e come si possono facilitare i processi coinvolti nell'acquisizione del sapere, ed infine di quali abilità avremo bisogno per navigare nel mondo del futuro.

I protagonisti sono Giulio, 8 anni, Lusira, 11 anni e i loro genitori Luca e Sameena, documentaristi. Ai bambini viene data piena libertà, diventando così i veicoli per esplorare e dare forma fisica e tangibile ai molteplici processi dell'apprendimento. Le osservazioni sono arricchite da riferimenti e citazioni di figure chiave della filosofia e dei principi pedagogici come Einstein, Ivan Illich e Howard Gardner. I vari 'capitoli' sono punteggiati da citazioni che guidano il pubblico attraverso questo viaggio virtuale e aiutano a svelare, ciascuno con speciale enfasi, i punti più importanti della crescita emotiva e intellettuale. La naturalezza e la semplicità di questo processo di crescita, che traspare nelle immagini, diventa una forma di comunicazione più forte delle parole stesse.

Il film usa materiale raccolto in presa diretta durante il viaggio, materiale di archivio e materiale raccolto in Italia. E' ricco di immagini dal contenuto emozionante, come l'incontro con un gruppo di immigrati illegali catturati in Iran e rispediti in Pakistan, o l'attraversamento di un ghiacciaio nel Karakorum. Il commento fuori campo, in prima persona della mamma, si alterna alla presa diretta, interviste dei protagonisti e di personaggi noti nel mondo dell'educazione e della pedagogia.