Una notte di 12 anni
Drammatico | Uruguay, Spagna, Argentina, Francia, Germania | 2018 | 122 minUna notte di 12 anni. In concorso all'ultima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, il film racconta la prigionia in isolamento di tre Tupamaros in lotta contro la dittatura militare in atto in Uruguay. I tre uomini resteranno in isolamento per 12 anni. Tra di loro c’è anche Pepe Mujica, futuro Presidente dell’Uruguay.
Una notte di 12 anni. Settembre 1973. L'Uruguay è sotto il controllo di una dittatura militare. Il movimento di guerriglia dei Tupamaros è stato schiacciato e smantellato da un anno. I suoi membri sono stati imprigionati e torturati. In una notte di autunno, nove prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell'ambito di un'operazione militare segreta che durerà 12 anni. Da quel momento in poi, verranno spostati, a rotazione, in diverse caserme sparse nel Paese e assoggettati a un macabro esperimento; una nuova forma di tortura mirata ad abbattere le loro capacità di resistenza psicologica.
È interessante che a distanza di pochi giorni arrivino nelle sale cinematografiche italiane due opere che ci ricordano ciò che accadde in due Paesi dell'America Latina nella seconda metà del secolo scorso. Si tratta del documentario Santiago, Italia di Nanni Moretti sul Cile e di questo film.
Entrambi, seppure con modalità narrative diverse, ci ricordano ciò che accade quando una brutale dittatura in nome di un preteso 'diritto' cancella qualsiasi forma di trattamento umano nei confronti dei detenuti. Seguiamo i 4323 giorni di detenzione di tre dei nove guerriglieri catturati ed assistiamo ad una scientifica quanto abietta strategia finalizzata non tanto ad ottenere informazioni (le quali con il trascorrere degli anni divengono sempre meno utili) quanto piuttosto per devastarne la psiche uccidendoli di fatto pur mantenendoli in vita.
Di carcere in carcere siamo testimoni delle privazioni e umiliazioni a cui vengono sottoposti nonché alla falsa assistenza esibita nel momento in cui la Croce Rossa chiede di conoscerne le condizioni di detenzione. In questo inferno costituito da celle fatiscenti possono però essere dettate lettere d'amore per procura o si può arrivare al ridicolo di una defecazione difficile da realizzare per mancanza di un'autorizzazione superiore. Ciò che prevale però è la denuncia di un sistema di oppressione che ha cinematograficamente i tempi e i ritmi dei film che negli anni '70 avevano il coraggio di raccontare quanto accadeva e riuscivano ad attrarre un pubblico anche numericamente considerevole